Il marchese Del Grillo…

S’è svejato!

 

Inizia con questa battuta il film ambientato ad inizio 1800, in piena rivoluzione francese, che parla di un nobile che, vivendo nell’ozio più totale, come passatempo si divertiva a fare scherzi, di cui spesso erano vittime preferite la sua famiglia nobile ed in occasioni speciali persino il Papa di quell’epoca (Pio VII).

 

Capolavoro assoluto dei primi anni ’80 “Il Marchese Del Grillo”, interpretato dall’immortale Alberto Sordi, ha regalato risate a chiunque, nonostante nel film ci siano alcuni temi drammatici di quell’epoca.

 

Cito l’episodio del povero Aronne Piperno che dopo tanto lavoro si vede rifiutare il pagamento del Marchese e, nonostante avesse ragione, viene condannano a morte dagli avvocati e dai giudici… Salvato poi dallo stesso Marchese il quale voleva mettere alla prova la giustizia e dimostrare che purtroppo giudicava in base a quanto si aveva in tasca piuttosto che alla vera moralità.

 

Un altro tassello che va a completare questo meraviglioso film è il collegamento dell’episodio di Gasperino il carbonaro con l’opera di Mark Twain scritta nel 1881: “Il principe e il povero” in cui viene esposto il tema di come la vita di ogni uomo venga condizionata dall’ambiente e dalla famiglia in cui viene al mondo.  Il Marchese lo dimostra infatti scambiandosi con il carbonaro, altra vittima degli scherzi del Marchese che stava per essere decapitato proprio perché scambiato per il nobile. Verrà poi salvato dalla grazia del Papa nell’intento di fargliela pagare in qualche modo.

 

Concludo con l’epico discorso di Fra Bastiano (un sacerdote scomunicato finito al patibolo per volere del Papa, personaggio fra i più amati de “Il Marchese del Grillo”) uno dei più memorabili nella storia del cinema italiano:

[cit.] “E voi, massa di pecoroni invigliacchiti, sempre pronti a inginocchiarvi, a chinare la testa davanti ai potenti! Adesso inginocchiatevi e chinate la testa davanti a uno che la testa non l’ha chinata mai se non davanti a questo strummolo qua! Inginocchiatevi, forza! E fatevi il segno della croce!

E ricordatevi che pure Nostro Signore Gesù Cristo è morto da infame, sul patibolo che è diventato poi il simbolo della redenzione! Inginocchiatevi, tutti quanti! E segnatevi, avanti! E adesso pure io posso perdonare a chi mi ha fatto male. In primis, al Papa, che si crede il padrone del Cielo. In secundis, a Napulione, che si crede il padrone della Terra. E per ultimo al boia, qua, che si crede il padrone della Morte. Ma soprattutto, posso perdonare a voi, figli miei, che non siete padroni di un cazzo! E adesso, boia, mandami pure all’altro mondo, da quel Dio Onnipotente, Lui sì padrone del Cielo e della Terra, al quale, al posto dell’altra guancia, io porgo… tutta la capoccia!”.

 

Ci sono altre tantissime perle in questo film, ma se le scrivo tutte qui, rovinerei l’interesse di vederlo a chi non lo ha ancora fatto!

 

Alessandro Ceccoli