I combattenti della tavola calda

Tra i giocattoli più insoliti che negli anni ottanta riempivano gli scaffali dei negozi e, per il loro aspetto buffo, attiravano l’attenzione di noi bambini, vi erano sicuramente i Food Fighters, originariamente tradotti come: ”i combattenti del cibo”.

Erano prodotti dalla Mattel (la casa di produzione dei Masters Of The Universe e di Barbie) e rappresentavano due fazioni in lotta, raffigurando, in chiave antropomorfa, i cibi di street food americani più calorici e pericolosi per i diabetici e un po’ per tutti. Si distinguevano per il colore degli elmetti, degli zainetti e delle armi.

Da una parte c’erano i Kitchen Commandos, con i loro elmetti verdi e dall’altra i Refrigetor Rejects con quelli neri.

I primi, che in teoria rappresentavano i buoni, erano capitanati da Burgedier General, che aveva le fattezze di un panino con l’hamburger, al suo fianco c’erano poi: Lieutenant Legg (una coscia di pollo fritto) Major Munch (una ciambella glassata), Scoop (un cono gelato con crema e cioccolato) e Private Pizza (un trancio di pizza).

I nemici invece erano sotto il comando di un hot dog che si chiamava Mean Weener che aveva come scagnozzi: Chip The Ripper (il classico cookie), Taco Terror (il taco messicano), Short Stack (le frittelle con tanto di sciroppo d’acero) e infine Fat Frenchy (le patatine fritte) che, tra l’altro attualmente, per i collezionisti di oggi, è un pezzo davvero raro da trovare.

Per i bambini di quel tempo, era davvero uno spasso simulare una guerra tra questi mini personaggi a bordo di veicoli assurdi dalle forme di accessori da cucina.

Come dimenticare, ad esempio, la padella elicottero munita di wurstel, con scatolette di verdura da lanciare come bombe, o il  BBQ carro armato, composto da spiedini e spatola catapulta. Ma il pezzo forte era sicuramente il Combat Carton, ovvero un contenitore di uova che fungeva da trasporto per inserire tutti i personaggi al suo interno (nel catalogo erano indicati i cattivi) e aveva un cannone a forma di bottiglia di ketchup. La Mattel doveva produrre anche il quartier generale che ovviamente doveva essere un frigo ma, a causa delle scarsità delle vendite, non vide mai la luce.

In Italia ci pensò la Burghy a promuoverli, che allora era la catena di fast food italiana concorrente della McDonald (poi assimilata dallo stesso colosso americano), inserendoli come sorpresa nei propri cestini, praticamente come Happy Meal.

I Food Fighters esordirono nel 1988 e furono lanciati da uno spot che li mostrava prendere vita  grazie alla tecnica della stop motion all’interno di una cucina. Nonostante in passato fossero un po’ snobbati per dare più visibilità ad action figures come He-Man o Skeletor, da qualche tempo sono divenuti oggetto di collezionismo per i nostalgici e i ricercatori del vintage.

I più accesi appassionati, infatti, sono sempre in cerca delle varianti colorate di questi piccoli pupazzetti e bisogna avere molta fortuna nel trovarle, soprattutto se si desidera acquistare quelle ancora chiuse nella custodia originale, un blister di cartone impreziosito da illustrazioni fantastiche. Il loro valore si aggira, attualmente, sui 60/70 euro a pezzo. Tra l’altro trovarli completi di tutti gli accessori è davvero difficile per via del fatto che le minuscole armi si perdevano con facilità.

La Mattel è notoriamente dedita ad esperimenti stravaganti in campo di toy design e, in questo caso, fu anche un pò provocatorio giocare visivamente con una sorta di esagerazione alimentare, cosa che oggi farebbe inorridire dietisti e vegani di tutto il Mondo. I Food Fighters, potremmo dire, sono i combattenti più rari in tal senso e non possono mancare sulla vostra tavola (calda)!

Gianluca Pistoia